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La Peste Suina Africana

Informazioni sulla diffusione della peste suina africana

Data :

1 agosto 2025

La Peste Suina Africana
Municipium

Descrizione

LA MALATTIA I DANNI E LE MODALITÀ DI TRASMISSIONE

La peste suina africana (PSA) è una malattia dei suini e dei cinghiali causata da un virus della famiglia Asfaviridae, genere Asfivirus, soggetta a notifica all’OIE, altamente contagiosa e generalmente letale per la quale non esistono vaccini né cure. Colpisce suidi di tutte le età e nelle sue forme ad elevata virulenza è caratterizzata da morte improvvisa senza sintomi o da febbre elevata, perdita di appetito, emorragie cutanee, in particolare alle estremità e alle orecchie e degli organi interni con morte in media in 2-10 giorni con un tasso di mortalità che può raggiungere pressoché il 100%. Gli animali infettati da ceppi meno aggressivi del virus della peste suina africana possono invece non mostrare i tipici segni clinici.

La PSA non colpisce gli esseri umani

Determina perdite produttive ed economiche di grave entità non solo in ragione della elevata mortalità e della notevole capacità di diffusione, ma anche delle restrizioni al commercio nazionale e internazionale di suini e prodotti derivati disposte in area infetta con conseguenze devastanti sul settore suinicolo.

L’introduzione dell’infezione può avvenire:

- a causa del suo ingresso nella popolazione di cinghiali e il successivo contatto tra i cinghiali e i suini domestici (per via oro-nasale, in seguito a contatto con altri soggetti infetti, che eliminano il virus attraverso la saliva, le urine e le feci)

- attraverso l’ingestione da parte dei cinghiali o dei suini allevati, di carne o prodotti a base di carne ottenuti da suidi infetti. Il virus della PSA può rimanere infettante per 3–6 mesi in prodotti di origine suina non cotta: almeno per 15 settimane in carne refrigerata, per anni in carne congelata, da 3 a 6 mesi nei salumi. La cottura a temperature superiori a 70 °C è invece in grado di inattivare il virus. L’uomo può pertanto introdurre il virus anche a grandi distanze, trasportando   prodotti carnei o rifiuti di cucina o frattaglie di animali cacciati infetti e introducendoli in allevamento (il divieto di somministrazione ai suini allevati di scarti di cucina esiste sin dal 1980) o lasciandoli alla mercé dei cinghiali selvatici

- attraverso calzature o indumenti contaminati o mediante mezzi di trasporto e attrezzature contaminati dato che il virus della peste suina africana è in grado di resistere nell’ambiente e nelle carcasse, anche per lungo tempo.

link utili:

 

Ultimo aggiornamento: 1 agosto 2025, 10:51

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